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15/09/2025

Redazione

Le Isole Bijagós: il segreto meglio custodito dell’Africa atlantica

Al largo della Guinea-Bissau, sparse nell’Oceano Atlantico come perle irregolari, le Isole Bijagós restano uno degli arcipelaghi più affascinanti e ancora poco battuti dal turismo internazionale. Sono 88 isole e isolotti, di cui solo una ventina abitati stabilmente: un mosaico di sabbia bianca, mangrovie, foreste tropicali e villaggi tradizionali, dove la vita scorre al ritmo lento delle maree.

Patrimonio UNESCO come riserva della biosfera, le Bijagós offrono un viaggio che è insieme natura incontaminata, immersione culturale e avventura. Ecco sei tappe imperdibili per chi decide di intraprendere un itinerario in questo arcipelago fuori dal tempo.

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Bubaque: la porta d’ingresso

Bubaque è la capitale informale dell’arcipelago e punto di partenza ideale per esplorare le isole. Collegata con la terraferma da traghetti e piccoli voli interni, è l’isola più sviluppata turisticamente, pur mantenendo un’atmosfera autentica.

Il piccolo villaggio principale offre mercatini colorati, alloggi semplici ma accoglienti e ristorantini dove gustare pesce fresco e ostriche delle mangrovie. Lungo le coste, le spiagge di sabbia bianca si alternano a fitte foreste tropicali, ideali per escursioni guidate.

Da non perdere: la spiaggia di Bruce, un arenile spettacolare che sembra infinito e dove si può camminare per chilometri senza incontrare nessuno.

Consiglio pratico: Bubaque ospita l’unica base logistica con buone strutture turistiche dell’arcipelago: conviene fare qui il “campo base” prima di spostarsi verso le isole più remote.

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Orango: il regno degli ippopotami di mare

Orango National Park è la gemma naturalistica delle Bijagós. Qui vive una popolazione unica al mondo di ippopotami anfibi che, a differenza dei loro simili africani, amano rinfrescarsi nell’acqua salmastra delle lagune costiere e perfino nuotare in mare.

Il parco, istituito nel 1997, tutela un ecosistema straordinario fatto di savana erbosa, foreste di palme, mangrovie e spiagge deserte dove nidificano tartarughe marine.

Da non perdere: un’escursione a piedi con guide locali per avvistare gli ippopotami nelle lagune interne e per conoscere i villaggi tradizionali, dove ancora oggi sopravvivono riti e danze ancestrali.

Consiglio pratico: la visita richiede permessi speciali e l’accompagnamento di guide ufficiali, facilmente organizzabili attraverso le strutture turistiche di Bubaque o direttamente a Eticoga, il villaggio principale di Orango.

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Rubane: il lusso nascosto

Chi cerca comfort e relax trova in Rubane l’isola perfetta. Piccola e verdissima, ospita alcuni dei lodge più raffinati dell’arcipelago, spesso gestiti da europei innamorati delle Bijagós che hanno scelto di stabilirvisi.

Qui l’esperienza è fatta di silenzi, bagni in acque cristalline, gite in piroga tra le mangrovie e degustazioni di aragosta alla griglia al tramonto. Rubane è anche un ottimo punto di partenza per escursioni alle isole vicine, facilmente raggiungibili in barca.

Da non perdere: le immersioni e lo snorkeling, che regalano incontri ravvicinati con pesci coloratissimi, razze e a volte squali balena.

Consiglio pratico: prenotare con largo anticipo, poiché le strutture sono poche e a gestione familiare, molto richieste da chi cerca un turismo esclusivo ma sostenibile.

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Bolama: l’antica capitale coloniale

Per chi ama la storia, Bolama è una tappa emozionante. Fu la prima capitale della Guinea-Bissau sotto i portoghesi, e ancora oggi conserva resti suggestivi dell’epoca coloniale: grandi edifici in stile neoclassico, ormai inghiottiti dalla vegetazione, che raccontano di un passato di fasti e abbandono.

Passeggiare tra queste rovine circondate da palme è come camminare in una città fantasma, sospesa tra decadenza e poesia. La popolazione locale, cordiale e ospitale, vive ancora in parte negli antichi palazzi, adattandoli alle proprie esigenze quotidiane.

Da non perdere: la piazza principale, con il vecchio palazzo del governatore, simbolo del sogno coloniale portoghese mai compiuto.

Consiglio pratico: Bolama è più facilmente raggiungibile da Bissau che da Bubaque, con collegamenti via mare organizzabili con piroghe a motore.

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Caravela e Carache: il paradiso delle tartarughe

Le isole settentrionali dell’arcipelago, come Caravela e Carache, sono luoghi ideali per chi desidera vivere la natura in totale isolamento. Qui le spiagge si estendono per chilometri senza traccia umana, diventando il teatro della nidificazione delle tartarughe verdi e caretta.

La visita è particolarmente suggestiva tra luglio e ottobre, quando le tartarughe depongono le uova. Le guide locali accompagnano i visitatori di notte, nel rispetto dei delicati ecosistemi, per assistere a uno spettacolo naturale indimenticabile.

Da non perdere: il villaggio di pescatori di Caravela, dove si può osservare da vicino la vita quotidiana delle comunità Bijagó, con le loro capanne tradizionali e le usanze legate alla pesca e all’agricoltura.

Consiglio pratico: queste isole sono remote e poco attrezzate, adatte a viaggiatori avventurosi. È bene portare con sé provviste e materiali essenziali.

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La cultura Bijagó: riti, maschere e matriarcato

Al di là delle singole isole, il vero tesoro dell’arcipelago è la cultura del popolo Bijagó, che conserva un’identità unica. Le isole sono organizzate secondo un sistema matriarcale: le donne hanno un ruolo centrale nelle decisioni familiari e comunitarie.

I riti d’iniziazione, le danze tradizionali e le maschere lignee sono ancora parte integrante della vita quotidiana e scandiscono le tappe fondamentali della vita: nascita, matrimonio, passaggi di età. Per i visitatori rispettosi, è possibile assistere a cerimonie pubbliche, sempre accompagnati da guide locali che spiegano il significato profondo di ogni gesto.

Da non perdere: i festival tradizionali che si tengono in alcuni villaggi durante la stagione secca, quando le comunità celebrano il raccolto e le forze della natura.

Consiglio pratico: la partecipazione ai riti è soggetta a regole di rispetto rigorose: occorre seguire sempre le indicazioni delle guide per non infrangere tabù culturali.

Consigli utili e informazioni essenziali

  1. Visto d’ingresso
    Per entrare in Guinea-Bissau serve un visto. Si può richiedere presso l’Ambasciata/Consolato della Guinea-Bissau (a Lisbona o a Parigi) o, più comodamente, all’arrivo all’aeroporto di Bissau. Conviene portare con sé 2 foto formato tessera e denaro contante in euro o dollari.

  2. Collegamenti dall’Italia
    Non esistono voli diretti dall’Italia. Le rotte più comuni passano da Lisbona (TAP Air Portugal) o Dakar (senza scali in Europa). L’aeroporto internazionale è quello di Osvaldo Vieira a Bissau.

  3. Trasferimenti verso le isole
    Da Bissau a Bubaque (la “capitale” delle Bijagós) ci sono due opzioni:

  • traghetto pubblico (più economico, circa 4-5 ore, ma soggetto a ritardi e maree);

  • piccoli aerei charter (veloci ma costosi).

  1. Lingua
    La lingua ufficiale è il portoghese, ma la più parlata è il creolo guineense. In alcune strutture turistiche si parla francese o inglese, ma una manciata di parole in portoghese sarà molto apprezzata.

  2. Moneta e pagamenti
    La valuta è il Franco CFA dell’Africa Occidentale (XOF). Non ci sono bancomat nelle isole: occorre portare contanti da cambiare a Bissau. Le carte di credito sono accettate solo in pochi lodge di livello internazionale.

  3. Sicurezza
    Le isole sono generalmente sicure e tranquille. Nelle città (come la capitale Bissau) occorre prestare la normale attenzione ai piccoli furti. Meglio non spostarsi da soli di notte. Consultate sempre il sito Viaggiare Sicuri, aggiornato dal Ministero degli Affari Esteri, per tenervi informati sulla situazione generale di sicurezza in Guinea Bissau.

  4. Salute

  • Vaccinazione contro la febbre gialla obbligatoria (certificato richiesto all’ingresso).

  • Consigliate profilassi antimalarica, oltre a protezioni contro le zanzare (repellenti, zanzariere).

  • Portare con sé medicinali di base: le strutture sanitarie locali sono molto limitate.

  1. Clima e periodo migliore
    Il periodo ideale è la stagione secca (novembre-maggio), quando i collegamenti marittimi sono più affidabili e le spiagge più godibili. Durante la stagione delle piogge (giugno-ottobre) molte zone diventano difficili da raggiungere.

  2. Abbigliamento
    Vestiti leggeri in cotone o lino, cappello, occhiali da sole, crema solare alta protezione. Scarpe chiuse o sandali da trekking per escursioni. Costume da bagno e, molto utile, scarpe da scoglio per le mangrovie.

  3. Elettricità e connessioni

  • Tensione: 220 V, prese di tipo europeo (compatibili con le italiane).

  • Internet è spesso lento e discontinuo: ottimo per staccare la spina, ma conviene scaricare offline mappe e documenti utili prima della partenza.

  1. Cibo e bevande
    Il pesce è freschissimo e abbondante (aragoste, ostriche, cernie), accompagnato da riso e frutta tropicale. Da bere: acqua in bottiglia sigillata, birra locale “Djumbai” e vino portoghese importato.

  2. Etichetta culturale

  • Le comunità Bijagó hanno tradizioni antiche: è importante rispettare tabù e regole locali, soprattutto durante cerimonie e riti.

  • Prima di fotografare persone o villaggi, chiedere sempre il permesso.

  • Piccoli doni utili (penne, quaderni, sapone) sono graditi, meglio delle mance in denaro.

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