Miriadi di turisti ogni anno si riversano in Kenya attratti dalle fantastiche località della costa e dall’opportunità dei safari nei parchi più famosi, come il Masai Mara, l’Amboseli o lo Tsavo. Ma al di là dei circuiti più battuti, esiste una regione straordinaria che si estende dalle pendici del Monte Kenya fino alle distese lunari del deserto di Chalbi, passando per riserve protette, crateri vulcanici, laghi incantati e villaggi sospesi nel tempo. È il Kenya del Nord e dell’entroterra centrale, una terra di contrasti e di bellezza selvaggia dove convivono il silenzio millenario del deserto e la solennità delle vette, i colori accecanti dei laghi salati e il verde intenso delle oasi montane.
Esplorarla significa entrare in contatto con un’Africa autentica, dove la natura detta ancora i ritmi della vita e le tradizioni delle popolazioni locali – Samburu, Turkana, Rendille, Gabbra – raccontano storie antichissime. Un viaggio in queste terre non è semplice: richiede tempo, spirito d’avventura, un buon veicolo fuoristrada e spesso il supporto di guide esperte. Ma le ricompense sono inestimabili. Di seguito, sette attrazioni imperdibili che rappresentano al meglio il fascino ruvido e magnetico di questa parte del Kenya.

Seconda montagna più alta dell’Africa dopo il Kilimangiaro, il Monte Kenya è molto più di un massiccio vulcanico spento: è un luogo sacro per il popolo Kikuyu e una riserva naturale di straordinaria ricchezza. Le sue cime innevate, tra cui le celebri Batian e Nelion, si stagliano nel cielo sopra foreste rigogliose e brughiere d’alta quota popolate da antilopi, leopardi, bufali e scimmie colobus. Salire sul Monte Kenya è un’esperienza intensa che permette di attraversare, in pochi giorni di cammino, ambienti climatici diversissimi: dalle foreste equatoriali alla tundra alpina. Per i viaggiatori meno esperti, il trekking fino alla terza vetta, la Lenana (4.985 metri), è più accessibile e altrettanto suggestivo. I percorsi più utilizzati sono la Sirimon Route e la Chogoria Route, che offrono viste spettacolari su laghetti glaciali e pareti rocciose. L’ingresso al parco nazionale è a pagamento e per l’ascesa è consigliabile affidarsi a guide locali. I rifugi in quota, spartani ma ben gestiti, garantiscono accoglienza lungo il percorso.

Incastonato in una delle regioni più aride e isolate dell’Africa orientale, il Lago Turkana – chiamato anche “mare di giada” per il colore delle sue acque – è il più grande lago desertico del mondo. La sua origine vulcanica e la presenza di isole spettrali ne fanno un luogo dalla bellezza aspra e magnetica. Le isole Central e South Island ospitano colonie di coccodrilli tra le più dense del pianeta, oltre a una sorprendente varietà di uccelli. Il lago è circondato da paesaggi lunari e da comunità nomadi che vivono secondo ritmi immutati da secoli. A nord, presso Kalokol e Eliye Springs, è possibile visitare spiagge sabbiose e villaggi Turkana, dove si producono ancora oggetti d’artigianato tradizionale. Il viaggio verso il lago è lungo e impegnativo – Lodwar è la principale porta d’accesso – ma rappresenta una vera avventura nel cuore dell’Africa primordiale. Da non perdere anche i siti di Koobi Fora, sul lato orientale del lago, fondamentali per la paleoantropologia e inseriti nel patrimonio UNESCO.

A est del Lago Turkana si apre il Deserto di Chalbi, una distesa di sabbia, sale e pietra che si estende fino all’Etiopia. È un paesaggio immobile, abbagliante, dove lo sguardo si perde tra dune rosate, laghi effimeri e oasi solitarie. Il deserto prende il nome da una parola gabbra che significa “salato e nudo”, e non potrebbe esserci descrizione più accurata. Attraversarlo in fuoristrada è un’esperienza mozzafiato: il terreno cambia forma e colore a ogni ora del giorno, e non è raro imbattersi in carovane di cammelli o in pastori Gabbra avvolti in lunghe tuniche scure. A Kalacha, un piccolo insediamento ai margini del deserto, è possibile fermarsi per la notte e conoscere la cultura di questa fiera comunità nomade. L’accesso al Chalbi richiede un buon mezzo, abbondanti scorte d’acqua e una guida che conosca il territorio. Il periodo migliore per la visita è durante la stagione secca, quando il cielo si riempie di stelle e l’aria del deserto si fa cristallina.
Nel cuore delle terre aride del Nord, il Marsabit National Park appare come un miraggio verde. Questa riserva naturale si sviluppa attorno a un antico cratere vulcanico ricoperto da foreste nebbiose, abitato da elefanti giganti – alcuni dei più imponenti d’Africa – bufali, leopardi, antilopi e oltre 400 specie di uccelli. La vegetazione lussureggiante, alimentata dalle nebbie notturne, crea un contrasto sorprendente con le pianure desertiche circostanti. Il cratere Gof Bongole, con il suo lago stagionale, è il cuore del parco. È possibile esplorarlo a piedi con una guida o in fuoristrada, per cogliere appieno la biodiversità di questo ecosistema isolato. La città di Marsabit, poco distante, rappresenta la base logistica per l’esplorazione e offre alloggi semplici ma confortevoli. Il parco è perfettamente raggiungibile grazie alla recente asfaltatura della strada da Isiolo, lungo il corridoio che conduce al confine etiope.

A sud del deserto, nella parte centrale del Kenya, si trovano due laghi molto diversi ma ugualmente affascinanti. Il Lago Baringo è un bacino d’acqua dolce circondato da colline brulle e da un paesaggio semi-arido punteggiato di acacie. È un paradiso per il birdwatching: qui vivono oltre 470 specie di uccelli, tra cui l’aquila pescatrice africana, il martin pescatore e varie specie di aironi. Le acque del lago ospitano anche ippopotami e coccodrilli. Più a sud, il Lago Bogoria offre uno spettacolo completamente diverso: le sue acque salmastre sono alimentate da sorgenti termali e geyser che emergono dalla terra con getti bollenti. Ma la vera attrazione è la distesa rosa dei fenicotteri minori che affollano le rive del lago in certi periodi dell’anno, offrendo uno degli spettacoli naturali più fotogenici del Kenya. Entrambi i laghi sono facilmente raggiungibili via strada da Nakuru o Eldoret e dispongono di strutture ricettive di buon livello.

Situata a nord del fiume Ewaso Nyiro, la riserva di Samburu è una delle più affascinanti del Kenya, grazie alla combinazione di fauna selvatica, paesaggi drammatici e ricchezza culturale. Qui vivono le cosiddette “specie speciali del nord”: la giraffa reticolata, la zebra di Grevy, il gerenuk (una curiosa antilope dal collo lungo), l’orice beisa e lo struzzo somalo. Non mancano ovviamente i grandi predatori e gli elefanti, spesso avvistabili lungo le rive del fiume. Il territorio è anche patria dei Samburu, popolo nilotico imparentato con i Maasai ma con tradizioni proprie. È possibile visitare villaggi, assistere a danze cerimoniali o semplicemente osservare la vita quotidiana di questa comunità pastorale. La riserva è facilmente accessibile da Isiolo e offre una buona scelta di lodge e campi tendati, molti dei quali affacciati sul fiume. I safari, meno affollati rispetto a quelli di Masai Mara, permettono un contatto più intimo con la natura.

Al confine tra le sabbie del Chalbi e le rive del Lago Turkana si erge il Monte Kulal, una montagna antica che sfiora i 2.300 metri d’altezza e rappresenta un’oasi biologica unica nel Nord del Kenya. Qui, grazie all’altitudine e alle sorgenti naturali, sopravvivono foreste montane, cascate, piante endemiche e una sorprendente varietà di animali. Il monte è sacro per i Rendille e per altre comunità locali, e conserva ancora un’aura di mistero. Il trekking verso la cima è impegnativo ma ripagato da panorami spettacolari sul Turkana e sul deserto circostante. La base ideale per le escursioni è il villaggio di Gatab, dove è possibile trovare guide locali e strutture d’appoggio. Il Monte Kulal è stato dichiarato Riserva della Biosfera dall’UNESCO per il suo valore ecologico e culturale. Raggiungerlo richiede tempo e mezzi adatti, ma offre una delle esperienze più autentiche del Paese.

Esplorare il Nord e il cuore del Kenya significa riscoprire il senso profondo del viaggio: l’incontro con l’inaspettato, la meraviglia del paesaggio primordiale, il rispetto per culture diverse. È un’esperienza che richiede preparazione e spirito d’adattamento, ma che regala emozioni indimenticabili. In queste terre scolpite dal fuoco, dal vento e dal tempo, ogni sguardo è una scoperta e ogni incontro un racconto da portare con sé.
Ecco un elenco di 12 consigli pratici e informazioni essenziali per i viaggiatori italiani che desiderano esplorare il Nord e l’entroterra del Kenya:
1. Documenti necessari
Per entrare in Kenya è obbligatorio il passaporto con almeno sei mesi di validità residua. Il visto turistico va richiesto online attraverso la piattaforma eCitizen prima della partenza.
2. Vaccinazioni e salute
La vaccinazione contro la febbre gialla è fortemente raccomandata, e in alcuni casi richiesta. Consigliate anche la profilassi antimalarica e le vaccinazioni per epatite A, tifo e tetano. Portare una buona scorta di medicinali personali e un kit di primo soccorso.
3. Sicurezza e aggiornamenti
Alcune aree del nord possono essere soggette a instabilità o episodi di banditismo. Prima di partire è consigliabile consultare il sito della Farnesina – Viaggiare Sicuri, mantenere i contatti con guide locali affidabili e non viaggiare mai di notte.
4. Clima e abbigliamento
Il clima nel nord è in prevalenza arido e caldo di giorno, ma può essere freddo al tramonto e in montagna. È utile vestirsi a strati, preferendo tessuti leggeri e traspiranti per il giorno e indumenti più caldi per la sera. Obbligatori occhiali da sole, cappello, crema solare e scarpe da trekking.
5. Quando andare
I mesi migliori sono da giugno a ottobre e da gennaio a marzo, quando il clima è secco e le strade più percorribili. In stagione delle piogge (aprile-maggio, novembre) alcune zone possono diventare inaccessibili.
6. Trasporti e logistica
Molte aree del nord sono raggiungibili solo con veicoli 4×4. Le distanze sono grandi e le infrastrutture stradali limitate. È consigliabile affidarsi a tour operator specializzati o noleggiare un fuoristrada con autista/guida.
7. Cibo e acqua
Nei villaggi e nelle zone isolate la scelta di cibo è limitata. Meglio portare scorte alimentari, snack e sali minerali. Bere solo acqua in bottiglia sigillata e evitare ghiaccio, verdure crude e frutta non sbucciata.
8. Lingua e comunicazione
Le lingue ufficiali sono l’inglese e il kiswahili. Nelle aree remote si parlano anche numerosi dialetti locali. Avere una guida che parli italiano può facilitare l’interazione e l’esperienza culturale.
9. Alloggi e comfort
Nelle città principali (Isiolo, Marsabit, Lodwar) si trovano lodge, hotel e guesthouse di livello base o medio. Nelle zone più remote si dorme in campi tendati o strutture spartane. Portare sacco a pelo leggero, asciugamano e torcia frontale.
10. Fotografie e rispetto culturale
Sempre chiedere il permesso prima di fotografare persone, soprattutto nei villaggi tribali. È bene rispettare usi e costumi locali, evitare abiti troppo succinti e seguire le indicazioni della guida nelle comunità tradizionali.
11. Soldi e pagamenti
La moneta locale è lo scellino keniota (KES). Nelle aree remote non ci sono bancomat né POS: portare contanti in valuta locale. Le carte di credito sono accettate solo nelle grandi città e nei lodge più attrezzati.
12. Connessione e corrente elettrica
La copertura cellulare è scarsa o assente in molte aree. Alcune strutture dispongono di generatori o pannelli solari, ma non sempre l’elettricità è garantita. Portare power bank, adattatori universali e batterie di riserva.

